VIA ROMANA AGLI DEI

Simboli diffusi nella Via Romana,
tutti collegati ai fasti dell'Impero Romano,
ricoprendo significati legati alla civiltà romana.
La Via Romana agli Dei (altrimenti detta Politeismo romano, Tradizione romana o gentilitas) è prevalentemente una religione neopagana ricostruzionistica, riproposizione moderna del culto agli dèi dell’antico mondo romano, ovvero l'utilizzo delle formule rituali antiche tratte dai documenti storici dell'epoca.
  • DOTTRINA
La religiosità romana è di tipo politeista (ma alcuni gruppi pongono anche l’accento sull’unità di fondo del Divino, di cui la molteplicità sarebbe espressione) e coltivata esclusivamente in ambito privato (singolarmente, familiarmente e/o comunitariamente).
Essendo l’antica religione di Roma una religione dello Stato, il culto pubblico in senso stretto appare al momento impraticabile, in quanto occorrerebbe restaurare la Res Publica, ovvero lo Stato romano tradizionale.
Il concetto fondante del culto pubblico è la Pax Deorum (hominumque), cioè il patto tra gli dei e la comunità umana giuridicamente stabilito. Il concetto, trasferito in ambito privato, designa il patto non scritto tra il/i praticante/i e le proprie Divinità, patto che viene stabilito e mantenuto attraverso il culto.
Il culto, seguendo l’antico calendario romano, ha un suo modello sacrale tradizionale prestabilito; la differenza più importante con la religione antica è che il sacrificio cruento non viene praticato e gli dei vengono onorati solo con offerte di incenso, candele, profumi, vegetali, vino, vivande.
Ogni individuo adulto è sacerdote di sé stesso e venera anzitutto il proprio Genio (o la propria Iuno, nel caso delle donne), i Lari familiari, divinità protettrici della propria casa, i Penati e le divinità che considera protettrici di sé o della propria famiglia e comunità; in secondo luogo le varie divinità alle quali sono consacrate le festività dell’anno calendariale.
L’applicazione cultuale distingue l’uso della religione privata da quella pubblica.
I riti legati alle fasi lunari, Calende, None e Idi sono importanti nella ritualistica privata, basandosi sulla logica dell'evoluzione spirituale dell'individuo.
La tradizione gentile considera alcuni poemi epici come i propri testi sacri, in particolare:
L’Iliade di Omero (ambito greco), l’Odissea di Omero (ambito greco), l’Eneide di Virgilio (ambito romano).
Altrettanta valenza sacra conservano gli Inni omerici e quelli orfici.

Il principio basilare del culto romano è quello della libertà, il cui rispetto è considerato parte del concetto romano di pietas: libertà di culto e di scelta ponderata.
Grande attenzione è rivolta verso l'ambientalismo, visto come un dovere religioso e la conservazione del patrimonio storico, linguistico ed etnico italiano, visto come ricettacolo vivente della Tradizione Patria.
  • ORGANIZZAZIONE
Oggi questa religione è praticata in Italia da persone riunite in una pluralità di associazioni, cui va aggiunto un numero imprecisato di liberi pagani, praticanti o meno, che non aderiscono a nessun gruppo o si pongono come semplici simpatizzanti di quelli esistenti.
Piccoli gruppi esistono anche in altri paesi europei e una presenza più consistente si registra in Nord America.
Al momento non esistono dati riguardanti il numero dei fedeli.
  • OGGI
Tra Ottocento e Novecento il tentativo di proporre l'adozione di alcune forme rituali pagano-romane, al nuovo Stato nazionale dell’Italia, sarà tentato dall’archeologo Giacomo Boni e da ambienti esoterici della Capitale, culminando nel 1923 nella consegna di un fascio rituale a Mussolini e nella sacra rappresentazione pubblica della tragedia Rumon di Roggero Musmeci Ferrari Bravo.

Il primo «manifesto» pagano, in senso romano-italico, dell’Italia contemporanea si può ritenere l’articolo "Imperialismo Pagano", pubblicato dall'esoterista Arturo Reghini sulla rivista “La Salamandra” nel 1914.
Nel 1927 lo stesso Reghini, con il giovane filosofo ed esoterista Julius Evola, dà vita a Roma ad una catena magica, il "Gruppo di Ur".
Il richiamo pubblico alla spiritualità precristiana di Roma, negli anni successivi, fino alla fine del fascismo, sarà opera pressoché unicamente di Julius Evola.

Alle soglie degli anni settanta a Roma, Napoli e Messina nasce e si sviluppa il "Gruppo dei Dioscuri", di cui si perdono presto le tracce visibili e del quale Evola stesso era a conoscenza. Alcune indiscrezioni lo danno ancora oggi attivo in diverse regioni italiane, Lombardia, Umbria, Lazio, Sicilia, Puglia e Campania.
Dal 1984 al 1986, tra Calabria e Sicilia, nasce l’Associazione Pitagorica. L’Associazione cessa ufficialmente di esistere nel 1988 con la morte del suo presidente, Sebastiano Recupero.

Tra le realtà più significative, per lo meno in termini pubblici, della tradizione gentile romano-italica vi sono il Movimento Tradizionale Romano (M.T.R.), i gruppi della Societas Romana pro Aris et Focis e dell'Accademia Romana Studi Italici, l’associazione Tradizionale Pietas e l’associazione religiosa Gentilitas-Spiritualità Italica.
Altra realtà romano-pagana significativa dal punto di vista pubblico è l’Associazione Romània Quirites, guidata da Loris Viola e con sede a Forlì. Nata agli inizi degli anni novanta.

Una piccola e recentissima realtà nell'ambito della Religione Italico-Romana è la Societas Hesperiana pro Culto Deorum, costituitasi a Modena nel 2010, presente in Emilia, Lombardia e area Umbro-Marchigiana.
La Societas Hesperiana nasce come gruppo di studio e congregazione di giovani praticanti solitari e\o provenienti da altre realtà.

Nel 2010 l’Associazione Tradizionale Pietas ha fondato un luogo culturale e cultuale per la pratica collettiva ed associativa gentile, denominato Templum Minervae e sito a Roma.
L’inaugurazione del sito è avvenuta il 31 gennaio dell’anno MMDCCLXIII ab V.C. (2010 d.C.). Il tempio è stato consacrato a Minerva in quanto dea dei principi basilari della tradizione che vogliono oggi trasmettersi: sapienza, percorso iniziatico.